ALEA IACTA EST!

Nelle ultime ore l’aggressività dei fan di questa malsana alleanza di Governo ha assunto dei contorni a dir poco preoccupanti.
Una redazione si sa è da sempre oggetto di insulti e velate minacce da parte di chi è intollerante, ma qualcosa in Italia sta cambiando, serpeggia sui social e tra la gente un malcontento manovrato.
Un interventismo partecipativo di chi nulla capisce ma vuol agitar comunque le braccia, nel disperato tentativo di ritagliarsi un c’ero anch’io da raccontare tra le mura domestiche ai batuffoli di polvere.

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LO SLOGANISMO SALVINIANO ACCOGLIE ED ALIMENTA LA TRASVERSALITA’ DELL’IGNORANZA

Noi Ingrati ci assumiamo il doveroso compito dell’analisi delle azioni salviniane e l’idea di chiudere i porti ci sembra un palliativo del tutto inutile.
Poiché per risolvere il problema dell’immigrazione incontrollata servirebbe un piano ben definito e condiviso con i partner europei.

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POCHE IDEE E CONFUSE

Il salvinismo miete vittime, quotidianamente e costantemente.
Vittime però che a quanto pare ormai non sono più solo esuli ed esiliati del neomovimento del felpetta ma anche esponenti stessi del primigenio partito, legittimamente eletti, prostratissimi servitori del despota arrabbiato, strenui sostenitori del cadreghismo nazionale.
Vittime che, elette sbandierando ideologie strapopuliste ora si ritrovano a dover fare i conti con le logiche del potere, trovandosi in posizioni indifendibili che però da abili manipolatori riescono a sfruttare a loro piacimento a scapito del loro stesso elettorato e della comunità tutta.

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IL FALO’ DELLE VANITA’ DELLA FESTA DELLA REPUBBLICA

Oggi dovrebbe essere un giorno di festa. Il condizionale però è d’obbligo, in quanto nel Bel paese non viene percepita come una ricorrenza sentita. La festività odierna è per i più occasione per allungare il fine settimana, moderno status symbol che non si vede l’ora che arrivi ma che sparisce nella frazione di un battito di ciglia.

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IL GOVERNO DEL “BANDERUOLA”

Nel giorno della Festa della Repubblica vi riproponiamo l’articolo dello scorso anno, sempre drammaticamente attuale.
Come un dagherrotipo esso fissa un momento della nostra storia che definisce senza se e senza ma le attitudini ambivaghe e moralmente lascive dell’attuale vice premier salvini.
Un anno fa lanciava un diktat a tutti i suoi sodali: non festeggiate!!!

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A ROMA SI INSTAURA IL TERZO TRIUMVIRATO

Dopo Pompeo, Cesare e Crasso nel 60 a.c. seguiti da Ottaviano, Antonio e Lepido nel 43 a.c. si è dovuto attendere 2061 anni per rivedere sulla scena politica romana l’instaurazione di un terzo triumvirato, quello di Conte, salvini e Di Maio.
Sappiamo che ogni volta l’alleanza durò poco e si passò alla guerra civile a causa delle inevitabili rivalità tra i triumviri e le divergenze che tra essi si erano venute a creare.

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ITALIANI, OSTAGGIO DEI POPULISTI

Mentre il Quirinale, nella persona del Presidente Mattarella sta cercando di risolvere la situazione Governo con l’aiuto di Cottarelli dalla strada il felpetta populista sbraita ed urla come un banditore fomentando le masse e rendendo sempre più delicata la già terribile situazione che egli stesso ha contribuito, il larga parte, a creare.

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LA PAURA DEI MERCATI CONTINUA

In attesa che Cottarelli finalizzi la lista dei ministri l’opinione degli investitori sulla stabilità dell’Italia è evidentemente ancora bassissima, lo spread sale a quota 230 e le borse subiscono un forte calo che di fatto annulla ogni utile dall’inizio dell’anno.
Questi i risultati che il governo del cambiamento ha portato alla nazione in soli due mesi, complimenti.

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REPUBBLICA PRESIDENZIALE O DELLE BANANE?

Come fare per evitare il governo e mantenere un minimo di credibilità politica?
Impuntarsi irresponsabilmente su un nome, tale Savona ha consentito alla fazione populista di evitare di cadere nella trappola governo che ora dovrà essere risolta da un pool tecnico, seguito a breve distanza temporale da una nuova elezione.
Inevitabile la rottura dell’alleanza, peraltro prevista dal felpetta nazionale, che da subito si è dedicato alla nuova campagna elettorale alla quale ha fin d’ora deciso di dare prepotenti toni anti Quirinale ed anti europeisti, rubando la scena a Di Maio ed al movimento pentastellato che purtroppo non si era reso conto di quanto astuto e pericoloso fosse il suo finto alleato politico e di come il suo operato li avrebbe danneggiati.

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