REPUBBLICA PRESIDENZIALE O DELLE BANANE?

Come fare per evitare il governo e mantenere un minimo di credibilità politica?
Impuntarsi irresponsabilmente su un nome, tale Savona ha consentito alla fazione populista di evitare di cadere nella trappola governo che ora dovrà essere risolta da un pool tecnico, seguito a breve distanza temporale da una nuova elezione.
Inevitabile la rottura dell’alleanza, peraltro prevista dal felpetta nazionale, che da subito si è dedicato alla nuova campagna elettorale alla quale ha fin d’ora deciso di dare prepotenti toni anti Quirinale ed anti europeisti, rubando la scena a Di Maio ed al movimento pentastellato che purtroppo non si era reso conto di quanto astuto e pericoloso fosse il suo finto alleato politico e di come il suo operato li avrebbe danneggiati.

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UNA NAZIONE TRADITA

La trade union di questi due movimenti va a cancellare in modo definitivo tutte le promesse elettorali fatte dai due leader (salvini e di maio) nel corso della campagna elettorale.
Di fatto l’esistenza stessa di questa alleanza definisce un nuovo e drammatico cambio di rotta della politica nazionalpopolare sul suolo italico, se dovessimo dare una definizione a questo tipo di politica la chiameremmo fanfaronaggine acchiappavoti nazionalpopulista (FAN).

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CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO? 

Un contratto tra due forze politiche che si trovano esattamente agli antipodi però era uno scalino al quale, malgrado la bruttura e l’imbarbarimento a cui ormai siamo giunti, non eravamo ancora approdati.
Le inevitabili difficoltà di siglare un tale tipo di accordo si manifestano con prepotente evidenza nel documento, pubblicato ieri dalle maggiori testate giornalistiche, e di cui la maggior parte dei punti salienti sono ancora oggetto di discussione.
Secondo salvini, tale accordo è quasi completo, lui sostiene che è pronto al 90%.
Sarà vero?

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UN POPOLO DI EROI SANTI E POLTRONARI

Il fronte del centrodestra che avrebbe resistito a tutto a quanto pare aveva basi marce, e chi è avvezzo a ragionare di politica lo sapeva da sempre.
L’impossibilità di gestire un’alleato (salvini) propenso più alla sua storica alleanza con il movimento 5 stelle piuttosto che a mantenere la linea che aveva deciso con i suoi alleati hanno portato al disfacimento di questa compagine politica come neve al sole.
Tutto questo ovviamente Sivio, uomo di straordinario acume politico, lo sapeva già.

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DI POLITICA SPARLANDO

Quattro amici al bar, birre in bottiglia fresche, una tiepida serata di maggio, un tramonto rossastro che crea quell’atmosfera onirica, quasi trascendente, foriera di possibilità.
Idee snocciolate con la tempistica suggerita dalle sorsate e dai salatini, risate e confronti sulla attuale situazione politica.
Diverse le vite e le esperienze che a questo crocevia si incontrano.

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ROSIKO, IL NUOVO GIOCO DA POLTRONA ITALIANO

Tempi duri in Italia, i vecchi giochi cambiano velocemente e nuove mode si affacciano sul panorama politico nazionale.
Nascondino e guardie e ladri, sono desueti ed accantonati per tempi futuri, è d’oggi invece l’abitudine di dilettarsi giocando a ROSIKO.
Un board game da poltrona in cui tutti devono perdere per vincere.

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SI PALESA IL SORDIDO DISEGNO LEGA / 5 STELLE

Noi Ingrati da tempo continuavamo a ripetere che votare la lega sarebbe equivalso a votare il pattume grillino.
La storia ci ha dato ragione, oggi i servi di salvini in parlamento hanno votato per la grillina Bernini, fregandosene bellamente del loro elettorato, che scopre oggi di essere stato tradito.

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LUIGI DI MAIO: MACELLAIO DOGMATICO

Luigi di Maio: l’ incoerenza quasi svergognata (si potrebbe dire da “faccia di tolla”) del candidato in pectore di un movimento politico che tritava consensi sulla base della coerenza e della fermezza, di valori non negoziabili, ovviamente visti come una panacea dall’elettore stanco, deluso, avvilito, frustrato da anni di generale innettitudine della classe politica di governo.

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DI MARONI CE NE VOGLIONO DUE

Da quelle righe vaticinanti si evince una drammatica verità, traspare un salvini mediocre, scevro di ogni capacità ed astuzia politica, più propenso a dispensare minacce piuttosto che a comprendere e valutare, inabile al confronto ed incapace a relazionarsi umanamente con chiunque abbia idee anche leggermente ostili al “salvinipensiero”.

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