ATTILA FLAGELLO “DI MATRIMONIO” – L’INVASIONE DELL’ITALIA
Non tutti i giorni capita di sentire che qualcuno, in preda all’eccitazione di una proposta di matrimonio, invada un intero Paese. Eppure, l’8 giugno 452 d.C., accadde una cosa simile, che vide protagonista proprio il condottiero Attila, Re degli Unni; ma andiamo per ordine.
Ricordato per il suo carattere irrequieto e poco diplomatico, per le atrocità e la desolazione che trascinava dietro di sé, Attila era il Re degli Unni e loro condottiero: grazie alla stipula di una serie di accordi con varie tribù, riuscì a costruire un Impero molto vasto, che partiva dall’odierna Germania, passando per i Balcani, fino ad arrivare a confinare a Nord con il Mar Baltico e a Sud con il Mar Nero. Assetato di sangue e di potere, Attila decise di muovere verso Ovest all’insegna di nuove conquiste. All’epoca, grandissima parte dell’Europa Occidentale era sotto il dominio dell’Impero Romano, in alleanza con i Visigoti. L’arrivo di Attila in terra straniera, tuttavia, fu subito bloccata dalle truppe romane e visigote grazie all’intervento del generale e console romano Flavio Ezio nella Battaglia dei Catalaunici (20/06/451 d.C), ricordata per essere una delle più cruente guerre mai combattute.
Di lì a breve, a scatenare la furia di Attila sarebbe stato l’invio di una richiesta di aiuto da parte di Giusta Grata Onoria, sorella dell’imperatore Romano d’Occidente all’epoca in carica, Valentiniano III.
L’Imperatore sancì il destino della sorella decidendo di non darla in sposa. Lei si ribellò ed ebbe una relazione furtiva con il custode delle proprietà del fratello e dalla cui unione nascerà un bambino. Dopo che la notizia trapelò, il custode fu condannato a morte e Onoria mandata in esilio a Costantinopoli a partorire; il nascituro sarà dichiarato illegittimo e fu allontanato senza lasciare traccia. Successivamente, constatando gli interessi della sorella nel voler convolare a nozze, Valentiniano III decise di darla in sposa al senatore Flavio Basso Ercolano. Onoria, stanca di adempiere ad ordini contro la sua volontà, valutò come ultima possibilità l’invio di una richiesta di aiuto ad Attila allegando al messaggio il suo anello d’oro. Attila interpretò quella richiesta come una vera e propria proposta di matrimonio e decise di accondiscendere: inviò a tal proposito un’ambasciata a Ravenna per rivendicare l’unione, oltre a pretendere come dote metà dell’Impero D’Occidente. L’imperatore disconobbe la legittimità della presunta proposta, che indusse Attila, nel giugno 452 d.C., a muovere direttamente verso la penisola italica, radendo al suolo tutte le città che attraversava, fermandosi infine a Milano ove si insediò nel castello reale, ma con la prospettiva di varcare le mura di Roma.
Attila però non porterà mai a termine il suo piano: l’esercito unno era a dir poco decimato a causa di fame ed epidemie. Nondimeno, i confini del Regno erano sotto l’attacco dell’Impero Romano D’Oriente. Fu così che decise di ritornare a casa e di occuparsi degli affari interni al suo Impero. Tornato in patria a bocca asciutta, un anno dopo deciderà di sposarsi per la seconda volta, morendo la notte stessa del banchetto nuziale. Gli studiosi avanzeranno due ipotesi a riguardo: la prima, dichiara il mortis causa per emorragia interna; la seconda, per omicidio per mano della stessa novella sposa.
“Cantano i loro amor soavi flagelli”, forse Poliziano ha confuso flagelli con augelli. D’altronde, anche quelli sono flagelli …
Roberta Bagnulo