IL PROBLEMA DELLA POLITICA CHE NON RISOLVE I PROBLEMI
Che l’iniquità dell’elettorato fosse giunta a bassissimi livelli lo sapevamo e già ci rendevamo conto che in Umbria, anche e sopratutto in virtù della vacuità delle forze politiche in antitesi alla destra a trazione salviniana, avrebbero stravinto i nazionalisti.
Niente di grave comunque, è sempre il solito disegno perverso che si ripete anno dopo anno senza mai dare veramente alle persone quello che è stato promesso.
Stiamo assistendo non alla vittoria di una nuova politica del fare ma all’ennesima politica del raffazzonarsi, dell’accaparrarsi, del favorire l’amico e dell’infischiarsene grandemente dell’elettore medio.
Possiamo tranquillamente renderci conto di questa verità incontestabile osservando i luoghi dove la lega ha già vinto, cercando anche col lanternino non abbiamo trovato nessun cambiamento degno di nota ne tantomeno un reale miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini.
Si assiste invece a notevoli peggioramenti, a personaggi inquisiti e condannati ed a paurosi episodi di malagestione della cosa pubblica il tutto condito però da una fastidiosa retorica populista e nazionalista che esacerba gli animi già segnati della popolazione.
Facciamo qualche esempio pratico:
In Sardegna tutte le promesse di Salvini non sono state mantenute, tante parole e nessun fatto.
A tal proposito infatti Salvini ha volontariamente abdicato agli incontri del suo volgare Beach tour, minacciato dai pastori che se lo avessero incontrato con ogni probabilità lo avrebbero ributtato a mare.
In Piemonte non si respira aria migliore, la crisi dell’Embraco e le nomine del museo del cinema sono ritenuti argomenti di poco interesse dai leghisti che hanno bocciato le richieste chiedendo di entrare nel merito della discussione sul progetto di legge con il quale il Piemonte si aggiunge alle altre amministrazioni regionali di centrodestra per chiedere alla Consulta di indire un referendum abrogativo della quota proporzionale del Rosatellum, una modifica della legge elettorale che Salvini agogna oltre ogni cosa (24/09/2019).
In Lombardia e Veneto aspettano ancora l’autonomia, sbandierata ad decenni e mai raggiunta, per quelli che ancora ci credono possiamo consigliare un buon psicologo o un esorcista.
In Sicilia fare un pieno di carburante può costare più che nel resto d’Italia, gran parte della colpa è delle accise, ovvero delle tasse, proprio quelle tasse che Salvini ha promesso di abolire e che invece ancora gravano sulle tasche dei contribuenti.
Insomma, un quadro allarmante di malgoverno, di boutade elettorale che però non porta a niente e che alla luce dei continui insuccessi di questa destra malata produrrà presto un’ inversione di rotta degli elettori ormai evidentemente traditi.
L’unico interesse di salvini è quello di fare una corsa contro il tempo che lo possa portare a sovvertire la nazione italiana e di lanciarsi all’attacco dell’Europa al fine di rispettare proprio quegli accordi internazionali che sarebbe per lui troppo pericoloso non rispettare e che con ogni probabilità gli fanno tremare i polsi quando ci pensa.
Mai la politica è stata così bistrattata e volgarizzata, attendiamo le elezioni dell’ Emilia Romagna per verificare se l’italiano medio si meriti o meno di cadere sotto l’influenza di una destra che a guardar bene anche in virtù delle prove raccolte dai giornalisti di Report appare sempre più rossa, come se fosse quasi il vecchio PCI degli anni 70.
Christian Longatti