SEA WATCH, DISTRAZIONE DI MASSA AD OROLOGERIA
Il 1 Luglio 2019 il ministro degli esteri tedesco afferma:” il salvataggio in mare non dovrebbe essere criminalizzato. Salvare vite umane è un obbligo umanitario”.
Siamo perfettamente d’accordo ed infatti ci chiediamo come mai non sia stata ancora approntata un nave battente bandiera italiana per inviare i migranti ad Amburgo.
Gesto che smuoverebbe le coscienze per far si che l’Europa tutta intervenga a salvaguardia del nostro Paese, guidato da imbelli e da marionette di vario genere e specie.
E’ da quasi un mese che in Italia tutti gli organi di informazione non fanno altro che riportare a disco rotto la solita querelle delle ONG che salvano i migranti, storia ormai desueta, anche poiché stiamo parlando di una quarantina di persone mentre a Lampedusa ne sbarcano a centinaia con mezzi quasi improvvisati.
Senza parlare dei migranti che arrivano dalla Slovenia, a cui in questo momento pare non interessi a nessuno escludendo qualche boutade stile vecchia russa sovietica lanciata dai leghisti del nord che vorrebbero costruire un muro di 232 km per difendere le sacre terre italiche.
E’ possibile che in Italia in questo momento accada solo questo? Ed il Parlamento è chiuso? Il governo è già in vacanza? Ed in Europa cosa accade? la procedura di infrazione a nostro carico a che punto è? Ed il teatrino sulla commissione Europea come procede?.
Tutte cose che non sapremo mai visto che ci parlano solo della Sea Watch.
L’aumento dell’Iva? Il caso Arata?, il caso Siri? il conguaglio pensionistico a scapito dei nostri anziani? E la legge Fornero? Le accise sulla benzina? La Flat Tax?, il rimpatrio degli oltre 400’000 irregolari sul nostro territorio?.
Tutte cose di cui non si può e non si deve parlare, affinché il consenso del ministro rimanga alto.
D’altronde il suo elettorato medio è poco interessato a far evolvere la nazione, quello che vogliono e che tutti sprofondino in un abisso di odio e rancore identico a quello che quotidianamente li guida e li sostiene nelle loro posizioni estremiste e pressappochiste.
Christian Longatti
Andrea Gunetti