LA SAGA DELLE MAGLIETTE ORRENDE

Il campionato di serie A non è ancora finito, ma già si accalcano i club più blasonati a presentare le nuove divise di gioco della futura stagione sviluppando un carnaio di proporzioni cosmiche.
Le principali colpe si possono imputare alle società legate sempre meno alla tradizione in nome del profitto ad ogni costo (posizione comprensibile quando si ha a che fare con un calcio mercato che ha raggiunto cifre esorbitanti) ma in seconda battuta, soprattutto agli sponsor che dovendo ottenere sempre maggiori numeri di mercato sono portati ad innovare continuameynte il design.
Questa situazione produce molte volte delle divise vomitevoli, decontestualizzate e denigratorie.
Qualche esempio? Abbiamo l’Adidas, attuale sponsor della Juventus che ha partorito un abominio cancellando le storiche strisce bianconere ed aggiungendo un patetico richiamo al rosa.
La Nike sponsor dell’Inter che nel riquadro Pirelli ha invertito le strisce producendo un effetto ottico raccapricciante e chissà quanti altri obbrobri dovremo ancora sorbirci in futuro.


Una cosa è certa il mondo del calcio sta cambiando dai loghi alle maglie, fin alla scomparsa dei calciatori e allenatori bandiere storiche delle società.
Un mutamento necessario sotto molti punti di vista se si considera il lato economico, un cambiamento al quale ogni tifoso dovrà necessariamente abituarsi nel nome della competitività necessaria per l’ottenimento delle future vittorie.

Andrea Gunetti

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