GLI ITALIANI E LO STRANO RAPPORTO CON LA SALUTE MENTALE
La salute mentale è un tema alquanto affascinante. Materie come “psichiatria” e “psicologia” hanno avuto la loro origine non molto tempo fa; ciononostante va evidenziato che c’è stato un boom che ha permesso una proficua evoluzione del campo dell’analisi della psiche umana. Molti paradigmi (celebri) sono stati scoperti e divulgati al mondo intero grazie allo studio da parte di persone come Freud e Carl Gustav Jung.
Perché abbiamo scritto ciò?
Questa introduzione serve a far capire che il tema della salute mentale (un argomento non più sconosciuto e ignoto) dovrebbe essere trattato in modo consono (spogliandosi di ignoranti pregiudizi e stereotipi), dopotutto siamo nel 2019. Ciononostante dobbiamo constatare che avere un disturbo psicologico (o anche del comportamento) è visto ancora come avere uno stigma sociale molto appariscente e sgradevole (se non ripudiato dalla società).
La situazione del nostro paese è a dir poco assurda
Tutto questo potrebbe far pensare che la società in cui vige questa ideologia (prendiamo per esempio il nostro paese) sia composta da una popolazione prevalentemente sana dal punto di vista psicologico; però, strano ma vero, il nostro paese ha fatto, e lo fa tutt’ora, i conti con il problema della salute mentale. Cerchiamo di dare qualche dato: In Italia, più di 12 milioni di individui fanno uso di psicofarmaci ed è abbastanza pronosticabile che tale tendenza aumenterà di dimensione col tempo. Anche se il tema della psiche ha una certa rilevanza nel nostro paese, va detto che c’è un folto esercito di persone che vede gli individui che soffrono di determinate problematiche come “alieni”, o addirittura come persone indesiderate che devono essere schifate e temute (perché ritenute pericolose).
E quindi ?
Questo pensiero arcaico, ma soprattutto dannoso, trattiene nel limbo un vasto numero di persone che si sono rivolte da uno psichiatra (per risolvere determinati problemi). In Italia, ammettere di avere dei problemi psicologici è visto come un gesto estremo. Inoltre va riscontrato che (purtroppo) c’è ancora la credenza che problemi come depressione, disturbi d’ansia, bipolarismo, o disturbo ossessivo compulsivo siano risolvibili esclusivamente solo grazie ad azioni unilaterali da parte di chi ne soffre (come magari uscire di più, sorridere di più, abbracciare qualcuno ecc). Insomma, da quello che abbiamo capito sembrerebbe che la corrente antiscientifica stia facendo molti danni; se poi aggiungiamo che c’è gente che crede ancora che i problemi psicologici siano frutto del malocchio, non possiamo che constatare che il nostro paese ha ancora molta strada da fare.
Sognare la risoluzione dei problemi
Cosa è necessario fare per combattere tutto questo? Innanzitutto c’è bisogno che lo Stato ammetta che c’è un problema sanitario inerente al mondo della psiche; dopotutto, continuare con la campagna negazionista secondo cui non esiste un reale problema inerente a questo campo è a dir poco assurda. Da questa premessa poi, lo Stato dovrebbe investire e finanziare gli psichiatri e gli psicologi al fine di permettere un prezzo più basso della prestazione nelle tasche dei pazienti (ricordiamo infatti che andare dallo psichiatra e dallo psicologo è ancora un lusso). In contemporanea è bene facilitare la trattazione delle questioni psicologiche dentro le scuole; in sostanza si potrebbero istituire dei convegni (o dei semplici incontri) al fine di dare una maggiore sensibilità e consapevolezza.
Oltre a tutto questo è bene dire che il mondo dell’informazione deve trattare nel miglior modo possibile gli argomenti inerenti alla psiche dell’essere umano. Il fine di tutto questo è quello di far aprire gli occhi agli adulti a fin ché le persone possano vedere le cose come realmente stanno.
Cosa ne pensi del tema che abbiamo affrontato? Diccelo con un commento e condividi questo articolo con i tuoi amici. Per sostenerci lascia un like alle pagine Facebook “L’ Ingrato” e “L’ Ingrato sul territorio”.
Si ringrazia “Startmedical.it” per l’immagine in evidenza.
Marco Galletti.