SIAMO TUTTI UN PO’ MAYANS

Nel fitto sottobosco delle serie tv c’è sempre quella piacevole eccezione in grado di dettare le linee guida per quelle a venire. Terminato il periodo aureo dei telefilm, dove vi era un serial per ogni fottutissimo ambito della vita umana, ci sono quei rari casi capaci di resistere all’impietosa scrematura dettata dai gusti sempre più esigenti degli spettatori.

La perdita della centralità dei circuiti televisivi tradizionali e lo strepitoso progresso dei mezzi con i quali si possono fruire i contenuti hanno messo il pubblico al centro di tutto, rendendo il telecomando (o il mouse) l’arma più potente a disposizione della comunità telefilmica, capace di decretare il flop o il successo di una serie.

E’ il caso di Sons Of Anarchy, show ideato dallo sceneggiatore statunitense Kurt Sutter, già apprezzato autore, produttore e regista in The Shield. Nel corso delle sette stagioni di vita del telefilm Sutter è riuscito nel non facile compito di sdoganare la figura dei motociclisti fuorilegge. Il successo di questo telefilm sta nell’essere riuscito a trasformare il semplice telespettatore, in cerca di qualcosa di nuovo, in un fan accanito capace di provare un sontuoso sciame sismico di orgasmi al termine di ogni puntata.

E dopo il vuoto lasciato dalla fine di SOA, c’era il bisogno di qualcosa che potesse cercare di colmare quella mancanza di sesso, sangue e violenza a cui erano abituati anche i poco avvezzi alla visione dei telegiornali. Tutto questo è stato sapientemente raggiunto da uno show capace di emozionare grazie alle sue fitte trame narrative e  alla complessa psicologia di ogni singolo personaggio. E quel sommo vate del caos di Sutter ci sta riuscendo nuovamente con Mayans MC, spin off di Sons Of Anarchy.

Ambientato due anni dopo gli avvenimenti della fine di SOA, questo nuovo capitolo narra le vicende di Ezekiel “EZ” Reyes, prospect del club motociclistico dei Mayans, situato sul confine tra la California e il Messico. Benchè graviti nello stesso mondo e presenti degli elementi in comune con la serie madre (come la presenza del chapter di San Bernardino dei Sons e Chucky, il tuttofare della carrozzeria Teller- Morrow), Mayans presenta una specifica identità che si intreccia con il turbolento destino di Jax Teller.

Il protagonista qui parla in spagnolo, inforca la sua rombante moto ma si trova in una situazione e in un ambiente che lentamente abrutisce chi ne fa parte. EZ è un ex studente universitario, dal futuro radioso e promettente messo in pericolo dalla violenza del cartello locale della droga. Ha un fratello, Angel, che fa parte dei Mayans e che ha caldeggiato la sponsorizzazione del fratello in veste di prospect, ovvero come candidato in attesa di entrare nel club a tutti gli effetti.

Benchè l’episodio pilota di Mayans abbia polverizzato ogni precedente record di ascolti dell’emittente statunitense FX raggiunto con Sons Of Anarchy, è ancora troppo presto per fare dei paragoni eccessivamente ingenerosi tra le due serie. Mayans, nel momento in cui viene scritto e pubblicato questo articolo, è in attesa della messa in onda del settimo episodio della prima stagione. Non si è ancora assistito ad un vero e proprio colpo di scena capace di sconvolgere la routine di tutti i giorni di chi la segue, ma ci sono tutti gli elementi necessari affinchè le strade della cittadina fittizia di Santo Padre si possano tingere presto di sangue.

Hank Cignatta

 

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