NUOVA CULTURA O IGNORANZA?
La capacità della televisione di influenzare la società la conosciamo tutti, per primi i nostri politici. Io però vorrei concentrarmi su un aspetto tanto sottile quanto evidente, se ci si riflette su: la tv non è solo strumento di distrazione di massa come si è portati a pensare, bensì, e cosa ancora più grave, attraverso la televisione si è riusciti ad annientare le tradizioni, la lingua, la cultura e l’dentità dei territori.
Per spiegare questo concetto bisogna tornare indietro nel tempo, molto indietro. A cavallo tra il 1959 e il 1960 l’allora canale unico Rai trasmetteva all’interno della trasmissione “Sapere” una rubrica che si intitolava “Italia dei dialetti”.
Era di fatto un viaggio all’interno della società e analizzava gli aspetti legati ai vari diomi locali e il loro impatto nella vita quotidiana. Durante queste puntate emergeva quanto noi tutti sappiamo ma che i media negli anni ci hanno fatto dimenticare: il cosidetto dialetto era la lingua madre di tutti i territori, quella usata dai nostri padri e dai nostri nonni.
Attenzione: questo non vuol dire ignoranza ma bensì cultura!
Negli anni a seguire tutti ricorderemo le trasmissioni d’intrattenimento, il cosidetto varietà, nella quale trovavano spazio artisti che si esibivano nella loro lingua, per citarne qualcuno i vari Nanni Svampa, Cochi e Renato, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber ecc. Ecco sfido chiunque a dire che questi personaggi recitavano e cantavano in lingua padana perché erano ignoranti.
Ma come? Nella tv monocanale c’era spazio per tutto questo e invece in quella attuale con centinaia di canali no? Oppure vi è stato negli anni quel disegno sottile e fin troppo evidente di cui parlavo prima, cioè quello di annientare l’identità dei popoli attraverso la cultura?
Ma cos’è effettivamente rimasto delle lingue madri in tv? Se togliamo il romanesco e il napoletano ben poco. Le apparizioni di artisti che si esibiscono in lingua lombarda o veneta si possono contare sulla punta delle dita di una mano. E dei piemontesi e dei liguri ancora meno.
Tutto questo ha un solo nome: nazionalismo. O meglio: il tentativo forzato di imporre questo nazionalismo, annientando le identità territoriali che non sono altro che la ricchezza dei nostri popoli!
Roberto Pisani