LINO BANFI, L’ULTIMA MASCHERA DELLA COMMEDIA ALL’ITALI(E)NA
Tra i tanti volti che hanno reso grande la commedia all’italiana quello di Lino Banfi è sicuramente uno tra i più importanti. Il comico pugliese deve il suo successo ad alcune pellicole entrate di diritto nella storia della commedia sexy all’italiana, riuscendo però a dimostrare nel corso degli anni di essere un attore a tutto tondo in grado di adattarsi anche a ruoli decisamente diversi rispetto a quelli che lo hanno portato alle luci della ribalta.
Banfi è dotato di tempi comici caratterizzati da un’espressività unica, in grado di strappare un sorriso semplicemente con uno sguardo mista ad una raffica di battute e gag entrare oramai nell’immaginario collettivo della commedia all’italiana. Agli inizi della sua carriera ha effettuato una lunga gavetta nel teatro di varietà emigrando a Milano. Ha fatto del suo forte accento pugliese e dei modi di fare e di dire tipici della sua terra d’origine uno dei punti di forza della sua iconica comicità.
Viene considerato ( a ragione) un mattatore di razza, in grado di tenere con maestria la scena e di essere anche, in alcune occasioni, anche una perfetta spalla comica. La sua carriera di attore è stata consacrata grazie a vere e proprie perle della commedia del calibro di L’allenatore nel pallone, Fracchia la belva umana, Vieni avanti cretino, Al bar dello sport, Il commissario Lo Gatto, Occhio malocchio prezzemolo e finocchio e tanti altri. Il cinema ha avuto modo di immortalare una delle maschere più rappresentative della commedia italiana, ma è in televisione che la sua versatilità di intrattenitore ha avuto modo di esprimersi al meglio, come avvenuto nelle due edizioni del varietà Risatissima andato in onda su Canale 5 nel 1984 e nel 1985 o in Stasera Lino (1989) e Il caso Sanremo (1990) entrambi sulla Rai.
In tempi più recenti ha cercato di smarcarsi dai ruoli che lo hanno reso celebre ritagliandosi la figura di “nonno d’Italia” interpretando Libero Martini nella fiction Rai Un medico in famiglia anche se non ha disdegnato qualche ritorno “alle origini” in film come L’allenatore nel pallone 2 e Un’estate italiana. Con il passare degli anni i suoi film sono stati riscoperti, facendoli diventare dei veri e propri cult e permettendo così alle nuove generazioni di conoscere quel tipo di comicità popolare ma genuina.