GOLDEN GLOBE RACE 2018, in barca a vela, in solitario e senza scali
Questa competizione fu organizzata per la prima volta nel 1968 da Sunday Times ed è diffusa opinione che rappresenti la “madre” di tutte le competizioni veliche transoceaniche.
L’idea di premiare chi attraversava il globo in barca a vela in solitario e senza scali, venne al giornale inglese “Sunday Times” , che sulla spinta del successo mediatico ottenuto da Francis Chichester che con il suo “ketch Gipsy Moth IV” aveva compiuto il giro del mondo in barca effettuando un unico scalo tecnico a Sydney, si propose di organizzare questa competizione, sponsorizzandola e stabilendo un premio di 5000 sterline per il vincitore (secondo una stima, all’incirca 100.000 euro di oggi).
La competizione è estremamente rischiosa e richiede competenze umane e sportive fuori dal comune.
Anche solo il tempo che è necessario trascorrere da soli è già di per se uno degli ostacoli più ardui da superare, circa 300 giorni, continuamente provati dalle condizioni del mare, ristorati da pochissime ore di sonno, costantemente assillati dal timore dell’imprevisto.
La preparazione ad un’impresa così epica è frutto di una vita di passione per la vela, per il mare, per l’esplorazione.
L’esplorazione non tanto del mondo esterno quanto di quello interiore, la Golden Globe è infatti una regata che si combatte con se’ stessi, in cui una piccola crepa del nostro io può far crollare decenni di preparazione e far vacillare la ragione.
La prima edizione del 1968 vide la partecipazione di 9 skipper:
- John Ridgway, 29 anni, scozzese, capitano dell’esercito britannico.
- Nigel Tetley, 45 anni, nato in Sudafrica, ma inglese d’adozione e capitano della Marina britannica.
- Bernard Moitessier, 45 anni, navigatore e scrittore francese, vero lupo di mare.
- Robin Knox-Johnston, 28 anni, capitano della Marina mercantile britannica ed esperto di vela.
- Alex Carozzo, 36 anni, navigatore italiano, detto il “Chichester d’Italia” con all’attivo un attraversamento del Pacifico in solitario.[2]
- Chay Blyth, 27 anni, scozzese, ex sergente dell’esercito britannico, con nessuna esperienza di navigazione a vela, con all’attivo solo l’attraversamento in coppia del Nord Atlantico su un 20 piedi aperto a remi , completando con successo l’impresa in 92 giorni.
- Bill King, 57 anni, irlandese, agricoltore ed ex comandante di sottomarini della Marina britannica, che partiva per “dimenticare sei brutti anni passati a combattere in fondo al mare!”.
- Loic Fougeron, 42 anni, francese, manager di una ditta di motociclette a Casablanca.
- Donald Crowhurst 36 anni, inglese, tecnico elettronico, decise di partecipare alla competizione per il premio, a causa delle gravi difficoltà economiche in cui versa la sua famiglia e la sua azienda. Indebitato fino al collo, dovette ipotecare la casa e persino la sua stessa barca che aveva costruito tramite i soldi di uno sponsor.
Ridgway sbarcò dopo 6 settimane a Recife, in Brasile, a causa dell’inadeguatezza del mezzo, e si arrese per primo.
Blyth ebbe delle difficoltà poco dopo la partenza: durante le tempeste si rintanava nella sua cuccetta pregando e leggendo un manuale sulle navigazioni oceaniche. In proposito, dirà:”Era come trovarsi all’inferno e leggere le istruzioni per l’uso!”. Nonostante la sua preparazione approssimativa fu comunque la barca a cedere prima di lui al largo del Sudafrica.
Carozzo fu il terzo in ordine di tempo a lasciare la regata, ma fu quello ad aver coperto meno miglia di tutti: al largo delle coste del Portogallo fu colpito da ulcera allo stomaco, e si ritirò approdando a Lisbona, dove fu poi ricoverato.
King disalberò al largo del Sud Africa e fu il quarto a lasciare la regata.
Fougeron abbandonò la sfida nei pressi dell’Isola di Sant’Elena, nell’atlantico meridionale, con la barca in avaria.
Tetley riuscì a percorrere tutto il tragitto nonostante i problemi alla barca, e risalire l’Atlantico in vantaggio, dopo aver superato indenne i punti più pericolosi, ma sentì via radio le posizioni di Crowhurst che si avvicinava progressivamente (informazioni errate, date dallo stesso Crowhurst e riportate dai media) e decise di spingere al limite il suo Victress, già danneggiato dagli Oceani meridionali. Naufragò il 21 maggio a sole 1000 miglia dall’arrivo, ottenendo però il primato della circumnavigazione del globo su un trimarano.
Crowhurst, non portò a termine la regata. Colto da pazzia, si suicidò, gettandosi in mare a causa anche delle menzogne che aveva costruito per cercare di portare a termine la corsa. Cominciò a scrivere ed annotare su un diario personale tutti i suoi deliri, con frasi senza senso, citazioni filosofiche e calcoli numerici improbabili, finché i sensi di colpa che lo laceravano da dentro, gli soffocarono l’anima. La sua barca fu trovata alla deriva il 10 luglio del 1969, con dentro tutti i suoi diari, e alcuni video da lui rispresi durante il periodo di navigazione, ma di lui nessuna traccia.
Bernard Moitessier dopo aver recuperato costantemente “terreno” sui suoi avversari con varie difficoltà e vicissitudini, che avevano messo a dura prova la sua stessa psiche, giunto in Atlantico sulla via del ritorno in Inghilterra, prese la decisione di girare la prua della sua barca, riprendere il sud e ripercorrere un altro mezzo giro del mondo per attraccare nelle isole del pacifico, abbandonando (temporaneamente) moglie e figli in Francia.
Robin Knox-Johnston, fu così primo uomo a completare il giro del mondo in barca a vela in solitario e senza scali, impiegando 313 giorni, donando le 5000 sterline in premio alla famiglia di Crowhurst.
Quest’anno la Golden Globe Race a 50 anni di distanza dalla regata originale, inizialmente doveva partire dall’Inghilterra a Plymouth, ma causa problemi di carattere finanziario insorti dalla Brexit, è stato deciso di spostare la partenza da Les Sables-d’Olonne nel Golfo di Biscaglia in Francia.
Quest’anno, così come nella storica prima regata del 1968 un italiano parteciperà, mettendosi alla prova in questa odissea nautica per veri lupi di mare, il suo nome è Francesco Cappelletti, nato l’ 8 Giugno 1978.
Uno skipper professionista (Ocean Yacht Master), ha consegnato yacht in tutto il Mediterraneo, Europa occidentale e oltre l’Atlantico ed ha anche lavorato come skipper charter e istruttore di vela.
Prima di diventare professionista ha navigato lungo la costa occidentale dell’Italia e delle sue isole su una barca di 20 piedi senza alcuna elettronica o pilota automatico.
Ecco una sua dichiarazione: “Dopo aver appreso della Gara, mi sono ritrovato a pensare a quanto fossero stati importanti i resoconti del Golden Globe del Sunday Times del 68 durante il mio addestramento come marinaio.
Solitamente navigavo senza autopilota o strumenti elettrici e con la sola lampada Tilley come sorgente luminosa.
Riuscire a navigare intorno al mondo da solo e senza ausili tecnologici è stato un’obiettivo ed una esperienza fondamentale nella mia vita .
Vedo la GGR del 2018 come un’opportunità per rendere omaggio alla mia infinita passione per il mare. “.
Cappelletti manovrerà un Endurance 35 Masthead ketch, uno sloop del 1975 del cantiere francese Stratimer, ristrutturato e modificato al fine di permettergli di superare questa prova incredibile.
I fondi per i molti ed importanti lavori, compresa la sostituzione dell’alberatura sono stati raccolti tramite una operazione di crowdfunding.
L’Ingrato seguirà la Golden Globe di quest’anno e vi fornirà aggiornamenti e news sul nostro skipper.
La partenza è fissata per il primo luglio alle ore 12.00.
Possa l’alloro della vittoria cingere il capo di questo ardimentoso dei mari