SERGIO LEONE, IL LEONE DEL WESTERN ALL’ITALIANA

Parlare del cinema di Sergio Leone significa prendere in considerazione una delle pagine più belle del cinema italiano e mondiale. Il regista romano è stato il brillante narratore di un universo narrativo che ha incantato il mondo, grazie alla magia di sceneggiature uniche che gli hanno permesso di essere il pionere di un sottogenere cinematografico che a tutt’oggi il mondo ancora ci invida: gli Spaghetti Western.

Leone iniziò come assistente regista in alcune importanti produzioni hollywoodiane che giravano presso gli studi romani di Cinecittà film a carattere storico, definiti peplum. Nel 1961 debutta alla regia del film Il colosso di Rodi, realizzato con un basso budget ma con una tecnica tale da farlo sembrare una grande produzione di Hollywood a tutti gli effetti.

Terminato il successo dei film storici negli anni Sessanta, Leone si sposto sul genere western, che in quel periodo godeva di un grande consenso di pubblico. Il regista romano diventò quindi uno dei pionieri del cosiddetto Spaghetti Western, un genere di film realizzati in Italia con povertà di mezzi e con budget limitati che da una parte si ispiravano ai grandi film di genere prodotti in America, ma dai quali per determinate caratteristiche vi ci si distaccavano andando ad avere propria identità.

Sergio Leone legò in maniera indissolubile il suo nome ad alcuni dei film che vengono ancora oggi considerati i più importanti di questo genere e, in maniera più ampia, della cinematografia mondiale: Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto e il cattivo, C’era una volta il WestGiù la testa.

Il regista romano ha anche il merito di aver lanciato la carriera di Clint Eastwood, che prima di diventare il volto iconico degli spaghetti western era un attore che aveva avuto modo di comparire in alcune modeste produzioni televisive americane. Il modo di fare cinema di Leone influenzò per sempre la carriera di Eastwood, anche quando quest’ultimo decise di passare alla regia. la grande sensibilità narrativa presente all’interno dei film di Clint Eastwood hanno una forte influenza proveniente dallo stile cinematografico di Sergio Leone.

Il grande successo della macchina filmica degli spaghetti western non avrebbe oggi il suo giusto posto nella storia del cinema senza il fortunato incontro tra il regista e il compositore Ennio Morricone, autore di alcune delle colonne sonore diventate leggenda tanto quanto le scene dei film dalle quali sono tratte.

Sergio Leone è stato una grande fonte di ispiratore per le nuove generazioni di registi venuti dopo di lui come John Woo, Martin Scorsese e Quentin Tarantino. Proprio quest’ultimo ha omaggiato il genere nel film Django Unchained, facendo largo uso delle tecniche di ripresa tipiche del regista romano.

Se il cinema è quell’industria in grado di regalare emozioni, Sergio Leone e i suoi film sono senza dubbio l’esempio più bello di quel modo italiano di fare cinema che, purtroppo, oggi non esiste più.

 

Hank Cignatta

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