LA BLAXPLOITATION, STORIA DEL SUCCESSO DI UN CINEMA DI GENERE
Verso la fine degli anni Sessanta e per tutti gli anni Settanta l’America stava vivendo un periodo di grandi cambiamenti e battaglie socio culturali. Dalla rivolta dei ghetti afroamericani e le battaglie per i loro diritti civili passando per l’avvento delle Pantere Nere questi tumulti sociali trovarono nel cinema il loro naturale strumento di denuncia di massa.
Quando nel 1971 uscì nelle sale il film indipendente Sweet Sweetback’s Baadasssss Song fu un grande successo di pubblico. In quel preciso momento era nata la Blaxploitation, che vedeva nella figura dell’istrionico regista, sceneggiatore e produttore Melvin Van Peebles il suo fondatore, che aprì la strada ad autori afroamericani del calibro di Spike Lee.
La Blaxploitation (termine nato dalla fusione dei termini inglesi Black ed Exploitation, ovvero sfruttamento) divenne quindi il genere con il quale il pubblico afroamericano aveva finalmente una sorta di offerta di intrattenimento cinematografica, con personaggi e trame nelle quali si poteva facilmente riconoscere.
Il successo commerciale della Blaxploitation avvenne con l’uscita nel 1971 del film Shaft il detective, diretto da Gordon Parks. Se la maggior parte delle pellicole poliziesche del genere avevano in Clint Eastwood una delle figure di riferimento (grazie al successo della serie di Dirty Harry) per la prima volta in assoluto vi era un suo corrispettivo afroamericano.
E dopo il grande successo di Shaft il detective, Hollywood si convinse dell’enorme potenziale commerciale del genere. Fu così che la Blaxploitation divenne una vera e propria mania, in grado di riempire le proiezioni della maggior parte dei cinema americani. Vennero quindi prodotti diversi titoli diventati veri e propri cult del genere e della cinematografia degli anni Settanta, quali Superfly, Blacula e Rubare alla mafia è un suicidio e Donne in catene.
Proprio in questo film si può notare una delle prime apparizioni di Pam Grier, che divenne una delle conturbanti icone femminili del genere, grazie alla sua interpretazione in alcune delle più memorabili pellicole del genere quali Coffy, Foxy Brown e Sheeba,Baby.
Proprio per cercare di unire due dei genereri cinematografici più in voga in quel periodo (film di Kung Fu e Blaxploitation), la Warner Bros. (reduce dal successo de I Tre Dell’Operazione Drago con Bruce Lee) produsse Black Belt Jones, pellicola del 1974 con protagonista il karateka afroamericano Jim Kelly.
Il successo della Blaxpolitation però stava tramontando, a causa delle numerose critiche mosse ai film del genere da parte di diverse associazioni che si battevano per i diritti degli afroamericani, le quali accusavano questi film di inserire troppi stereotipi che mettevano in cattiva luce le persone di colore.
Negli anni Novanta la Blaxploitation ebbe modo di tornare in auge grazie al film Jackie Brown di Quentin Tarantino, un vero e proprio omaggio al genere che vede proprio la sua icona Pam Grier nei panni della protagonista e che ha permesso di riscrivere in maniera dettagliata i canoni dell’intero genere.