DAVE GROHL, OVVERO COME IMPARAI AD AMARE LA NORMALITA’ NEL ROCK
Non è affatto azzardato affermare che Dave Grohl è una delle ultime grandi rockstar viventi. Tale affermazione trova la sua forza in almeno due aspetti: il primo è quello di essere riuscito a vivere l’età dell’oro del Grunge, diventando uno degli idoli della cosiddetta Generazione X nel ruolo del batterista dei Nirvana. Il secondo aspetto è quello di essersi fatto conoscere alle nuove generazioni di appassionati del rock con i Foo Fighters, riuscendo così a reinventarsi in un periodo che, professionalmente, avrebbe potuto spazzarlo via e relegarlo nel cassetto dei ricordi di un movimento socio-culturale che gli ormai ultratrentenni di oggi ricordano come un periodo lontano quasi quando la preistoria. Mentre gran parte delle figure di riferimento del suo mondo sono scomparse per i motivi più disparati, Dave Grohl è riuscito a sopravvivere a tutto per portare intatto il suo concetto di rock applicato in tempi di stagnazione creativa come questi che stiamo vivendo. Non ha mai fatto mistero infatti di aver adottato la normalità come filosofia di vita, credendo che una vita all’isegna del mantra sesso, droga e rock ‘n’ roll sia una delle tante cazzate per turisti per alimentare una sorta di aura di misticismo legata intorno a chi fa rock. Si può benissimo essere delle grandi rockstar anche senza doversi dorgare fino a morire o consumarsi l’esitenza a suon di eccessi. Il segreto del successo di Dave Grohl sta proprio nel fatto che è uno dei pochi artisti in grado di divertirsi con il suo mestiere. E’ in grado di trasmettere il suo amore nei confronti della musica in ogni album e in ogni concerto che fa con il suo gruppo, i Foo Fighters, di cui è voce, chitarra ritmica nonchè carismatico frontman. Grazie a questo suo nuovo progetto è riuscito a ridisegnare il concetto di alternative rock, andando a segnare la strada per un nuovo sottogenere che va sotto il nome di post grunge. Ogni loro concerto è un evento da ricordare, una vera e propria esperienza difficile da scordare. Non è raro infatti che Dave Grohl inviti sul palco a suonare con il suo gruppo un fortunato fan pescato a caso. Un personaggio che rompe decisamente gli schemi della rockstar ottenembrata dal successo a tal punto di essere schiacciato dai propri vizi o dalla mole dei propri demoni interiori. Basti pensare al triste desitino che altri suoi “colleghi” hanno avuto per ragioni diverse: Kurt Cobain, Layne Staley, Chris Cornell, Chester Bennington, Scott Weiland e tanti altri. Ecco quindi il fantastico esempio di come si può essere delle vere e proprie leggende del rock mantenendo però i piedi ben ancorati per terra.
Hank Cignatta