I GUERRIERI DELLA NOTTE E IL SUCCESSO DI UN FILM SENZA TEMPO
Quel suono. Dannatamente iconico quanto terribilmente inquietante. Quelle bottigliette di vetro sbattute una contro l’altra. Uno sguardo psicotico, vacuo. E quella battuta entrata oramai di diritto nella storia del cinema: “Guerrieriiiii… Giochiamo a fare la guerra?”. Questo è solo uno dei tanti momenti memorabili che hanno reso The Warriors, in Italia conosciuto come I Guerrieri della Notte, una pellicola senza tempo. Epico come i suoi titoli di testa, accompagnati dalla colonna sonora composta da Barry De Vorzon, in grado di creare una canzone che diventa l’essenza stessa della pellicola. Un film cult in grado di fotografare le paure, le isterie e le ipocrisie di una metropoli come New York, che di notte diventa terra di conquista per le numerose gang giovanili che controllano le strade e che si fanno la guerra una contro l’altra. Un esercito di giovani comandati da Cyrus, capo dei Gramercy Riffs e considerato da tutti come una specie di messia in grado di mostrare la strada da seguire per evitare che le strade di New York diventino scenario di una violenza fine a se stessa. Mentre Cyrus si lancia in un discorso che infiamma i cuori dei presenti, Luther, psicopatico capo dei Rouges, estrae una pistola dal quale parte un colpo che raggiunge Cyrus, ferendolo a morte. Fox, uno dei Guerrieri, assiste alla scena. Mentre Luther si appresta a sparare all’incomodo testimone di quell’insano gesto di follia quando viene accecato da alcuni riflettori. Non riuscendo a sparare a Fox, Luther grida ad alta voce che sono stati i Guerrieri gli autori dell’omicidio di Cyrus. Nasce un fuggi fuggi generale, dove tutte le gang scappano per sfuggire alle volanti della polizia accorse sul posto per riportare l’ordine. Mentre i Gramercy Riffs pretendono la testa dei Warriors, revocano la tregua. Questo significa che la gang di Coney Island si ritrova ben presto ad essere il bersaglio di ogni gang della città. Per ritornare nel loro quartiere saranno costretti a difendersi in ogni modo e superare una nottata fatta di insidie, trappole e scontri al termine dei quali i veri colpevoli dell’omicidio di Cyrus vengono individuati. La formula vincente del film che riesce a tenere incollato lo spettatore è la sublime struttura narrativa del film, coadiuvata da una colonna sonora che diventa parte integrante dei fatti narrati. Una menzione speciale infatti merita Dolly Bomba, la deejay radiofonica che dalle frequenze della radio ufficiale delle gang le aggiorna sugli spostamenti dei Warriors. Nel corso del film i Guerrieri si dimostrano una gang composta da elementi in grado di dare omogeneità al gruppo grazie alle diverse abilità dei suoi componenti, capaci di superare scontri con bande agguerrite come i violenti Baseball Furies, la gang tutta al femminile delle scaltre Lizzies e i Punks. Il film è una delle pellicole più belle di denuncia sociale della cosiddetta New Hollywood, corrente cinematografica che narra in maniera libera da qualsiasi schema argomenti delicati quali la solitudine e l’inquietudine giovanile. Nel film scene tipiche di questa tematica sono l’incertezza per il futuro esternata dai due protagonisti, Swan (Michael Beck) e Mercy (Deborah Van Valkenburgh). Una volta riusciti a tornare a Coney Island con i Warriors, Swan afferma che ormai quel luogo gli sta stretto nonostante abbia lottato tutta la notte per tornarci. Mercy gli risponde che un giorno le piacerebbe poter viaggiare, per poter vedere che cosa c’è nel mondo al di fuori della legge delle gang e della strada. I Guerrieri della Notte resta un mito senza tempo della storia del cinema, un film in grado di essere dannatamente attuale anche a quasi quarant’anni dalla sua realizzazione.
Hank Cignatta