INTERVISTA A UMBERTO BOSSI DEL 4 MAGGIO 2017
Torino, esterno notte.
Nella centralissima Piazza San Carlo, seduti sotto i portici, nel dehor dello storico Caffè Torino. Un immarcescibile Umberto Bossi rilascia una intervista all’Ingrato.
Domanda:
In questo momento storico, che vede i valori del movimento accantonati da scelte politiche a più ampio respiro nazionale, quale è lo scenario che si prospetta nel prossimo futuro?
Risposta:
Matteo Salvini, ha messo il movimento in difficoltà, in quanto ha deviato dai binari tradizionali rappresentati dai valori primigeni della Lega Nord.
Egli crede di fortificare la Lega con dei colpi di mano aprendo al sud del Paese, tuttavia non possiede un programma in grado di attrarre l’elettorato.
Il programma contro l’immigrazione, al sud interessa relativamente in quanto, è vero che gli sbarchi avvengono li, ma è altrettanto vero che poi gli immigrati si spostano al nord.
Al Sud servono seri e concreti programmi di sviluppo economico, come a suo tempo aveva intenzione di intraprendere la DC, bloccata poi delle politiche di sinistra, per niente contente di perdere il loro elettorato sul territorio.
Sono gli artigiani (Partite IVA n.d.r.), l’anello base che consentirebbe di rinforzare l’economia della nazione, una detassazione o una serie di incentivi potrebbero avviare un circuito virtuoso per la formazione di nuove aziende ed il rafforzamento delle imprese già esistenti.
Posto che il sud attualmente ha ancora un basso sviluppo economico, è inevitabile che il gettito fiscale che lo Stato deve incamerare grava maggiormente sulle regioni più ricche.
Con centinaia di migliaia di imprese fallite è tempo di ripensare alla questione meridionale con proposte serie ed efficaci.
Domanda:
Parlando di globalizzazione, ritiene che questa “Europa delle banche” ci voglia trasformare in un bacino di lavoro a basso costo?
Risposta:
La globalizzazione ha la capacità di far arricchire sempre di più i paesi ricchi a scapito di quelli più poveri, togliendo i dazi doganali, l’occidente ha distrutto il sistema economico nascente del nord’Africa potendo esportare i prodotti a costi bassissimi.
Questo ha prodotto una generazione di disgraziati, che fuggono, non necessariamente dalla guerra, ma dall’assenza di speranza.
L’Europa, se ha un senso di esistere deve aiutare questi popoli a casa loro per risolvere i problemi che lei stessa ha causato.
Domanda:
E’ possibile modificare l’Europa? trasformarla da una fredda autarchia bancaria in una Europa del Popoli?
Risposta:
L’Europa si sta modificando sotto i nostri occhi anche adesso mentre parliamo, l’epoca degli stati nazione è finita, inizia l’epoca delle macroregioni, infatti il parlamento europeo ha approvato la creazione della macroregione alpina, che altro non è che l’estensione della Padania.
A quanto pare l’Europa ha capito la lezione della storia, focalizzarsi sui popoli è più funzionale che basarsi su dati tecnici ed aleatori.
Domanda:
I giovani sono molto preoccupati di quanto sta accadendo nel mondo, cosa vorrebbe dire loro per rassicurarli?
Risposta:
La fine della globalizzazione a mio avviso è prevista in un’ottica di evoluzione storica, la storia si ripete, torneremo ad un Europa dei popoli.
Ci sono poteri più grandi dei singoli partiti, e voi sarete protagonisti in questa fase storica, il come, solo voi potrete deciderlo.
Teniamo la barra della nave verso l’obiettivo dell’indipendenza dei popoli, tutto ripartirà dai popoli.
Ci tengo a sottolineare la gravità di oltre 100’000 imprese che ogni anno chiudono ed invece i media ci fanno sapere solo quelle poche che aprono, è gravissimo e terribile.
unica speranza di salvezza è la costruzione di un’Europa federale, su modello svizzero, che la proietterebbe a diventare un vero attore internazionale come la Cina, la Russia, gli Stati Uniti, l’Inghilterra con le ex colonie collegate da solidi accordi commerciali.
Ai nostri politici, che non sono statisti ma cadregari, un progetto del genere non interessa perché mette in pericolo i loro interessi immediati e non si rendono conto che sono in grave pericolo, in una posizione molto simile ai nobili prima della rivoluzione francese. La gente prima o poi esplode!