GRETA THUNBERG, QUELL’ICONA DI MARKETING CHE CI MERITIAMO
Greta Eleonora Thunberg Ernman, ormai tutti ne parlano, è una fanciulla del nord che a gran voce cerca di crepare le nostre false certezze verso l’attuale sistema economico e politico che, cieco verso gli equilibri della natura, sta portando il mondo verso un abisso di distruzione.
Critiche piovono da ogni parte su questa ragazza che, va’ detto, altro non è che un prodotto di marketing perfettamente congeniato.
Il popolo è una becera accozzaglia di ignoranza e volgarità, urla e brama d’esser schiavo, adora i falsi idoli e perso in questa febbre di cecità ed idiozia li difende al di la di ogni evidente colpa, vizio e tara.
Lo vediamo ogni giorno, politicanti idioti, con un livello culturale più che scarso sono assurti ai più alti ranghi della politica nazionale, ognuno difeso da schiere di sfaccendati leccaculo pronti a tutto per ottenere favori e potere.
Sostenuti da bifolchi dalla mente annebbiata il cui unico desiderio è scegliere un dio e venerarlo per sentirsi così meno persi, meno inutili.
Un sistema che somiglia molto alla teoria degli insiemi, e che da questa mutua le sue logiche.
Gruppi con caratteristiche specifiche vengono attratti da specifici catalizzatori andando a definire recinti culturali in grado di controllare le masse in modo efficace ed economico.
Qual’è dunque il problema con la piccola Greta e con il suo movimento ambientalista?
Semplicemente rappresenta un recinto culturale potenzialmente pericoloso per tutti quelli attualmente in essere e per gli interessi sociali e politico-economici che sostengono.
In special modo una è l’idea di fondo che può mettere in crisi i preesistenti recinti, la profonda verità che sta nel senso di individuale responsabilità nei confronti dell’intero pianeta e dei suoi abitanti.
Una responsabilità che ci apre gli occhi, ci spinge ad osservare, a valutare, a pensare, ed infine a giudicare.
Un atteggiamento questo che chiunque ricopra un ruolo di potere non può permettere.
Requisito primario dell’apprezzato gregario è proprio l’assenza di pensiero e di giudizio, l’asservimento e la sottomissione, vere carte vincenti delle attuali leadership politiche sono oggi non più motivo di vergogna ma validi strumenti per il raggiungimento di ambizioni sfrenate e potere.
Per distruggere questo schifo abbiamo più che mai bisogno di un nuovo modo di concepire la realtà e noi stessi, necessitiamo di andare oltre il pressappochismo dilagante e spingerci oltre i confini ristretti di un mondo senza immaginazione.
L’astio dei media e dei bifolchi prezzolati verso questa ragazzina idealista ci deve far aprire gli occhi, occhi che da troppo tempo abbiamo tenuto serrati alle barbarie commesse da impostori e bugiardi, poltronari e ladroni.
Greta ci attrae verso un nuovo recinto culturale, ed in quanto tale noi lo ostracizziamo e additiamo come il peggiore dei mali, tuttavia ci rendiamo conto che l’umanità, così povera e sparuta, altro non può fare che scegliersi un nuovo recinto, un nuovo leader, nella speranza che Greta, nordica pastorella, da buona vegana non ami manducare carni umane.
Christian Longatti