L’EASY LIVING IN SALSA PENTASTELLATA
Voti persi, solo voti persi, sottratti ad una politica basata sulla concretezza e sul progresso e dirottati verso progetti ed idee che definire insulsi è poca cosa.
Dopo più di cento giorno di governo dai connotati inequivocabilmente ridicoli il reddito di dignità sta lentamente assumendo la sua forma definitiva, inevitabilmente differente da quella originalmente venduta in fase elettorale.
A dire il vero completamente stravolta, tanto da non poter essere più nemmeno paragonata ad un reddito di dignità ma ad un qualche genere di wellfare politic destinata alle classi meno abbienti ed ai completi indigenti.
L’idea di garantire a tutti una base reddituale garantita ha permesso al movimento pentastellato di assurgere alle più alte vette politiche, i voti delle classi sociali più disperate o semplicemente dei fannulloni hanno sancito il grande successo grillino.
La vecchia storia del pastore che sempre si ripete, d’altronde cita il vecchio adagio: Ogni mattina un fesso ed un furbo si svegliano, se si incontrano l’affare è fatto.
Questo reddito da generale è diventato sempre più riservato, si sono fatte distinzioni in base a reddito, proprietà, stile di vita.
Ogni possibile frazione è stata accettata per creare un minimo comune denominatore il più possibile rastremato al fine di permetterne la fruizione al minor numero possibile di persone.
Persone che perlopiù già usufruiscono di sussidi ed aiuti e tra le quali purtroppo possiamo annoverare anche molti perdigiorno alla ricerca di soldi facili.
Argomento sicuramente delicato che tuttavia deve essere affrontato, questo fantomatico reddito di dignità rischia di portare disparità tra le schiere di persone già allo stremo di ogni forza e resistenza, andando a rendere l’Italia un posto ancora più terribile dove vivere.