WILLY IL PRINCIPE DI BEL AIR, IL COMPAGNO DI UN INFANZIA SPENSIERATA
Nella storia della televisione ci sono state delle serie tv capaci di entrare in maniera indelebile all’interno dell’immaginario collettivo, rimanendo scolpite nei ricordi di intere generazioni che, a distanza di anni, le ricordano con affetto. Tra queste, basta pronunciare il nome di Willy il principe di Bel Air per far emozionare ancora molti ragazzi della mia generazione cresciuti con gli episodi di questo show ormai cult.
Il telefilm ha permesso al suo protagonista, Will Smith, di diventare una star di Hollywood, dimostrando nel corso della sua filmografia la sua innata comicità e di alternarla a prove decisamente più impegnate come in Sei gradi di separazione, Alla ricerca della felicità, Sette Anime, Io sono leggenda, Alì e tanti altri.
Diversi sono i fattori che hanno portato al successo questa serie tv: primo fra tutti è la facile immedesimazione del pubblico con Willy. Egli è un ragazzo spensierato proveniente da Philadelphia e con una difficile situazione famigliare alle spalle, mandato da sua madre a vivere dai ricchi zii residenti nel prestigioso distretto di Bel Air. All’inizio il ragazzo farà fatica ad adattarsi ai modi aristocratici dei suoi benestanti parenti ma la dirompente simpatia del giovane conquisterà tutti.
Negli anni Ottanta Will Smith aveva avviato una solida carriera nel mondo del rap esibendosi con il nome d’arte di Fresh Prince, in compagnia di DJ Jazzy Jeff, dando vita al duo Dj Jazzy Jeff and the Fresh Prince. In seguito all’incontro con il produttore televisivo Benny Medina, che gli presentò la sceneggiatura della serie che lo entusiasmò fin dall’inizio, ebbe modo di approdare nel mondo della recitazione. Spassosissime sono anche le gag che Smith ha creato con Alfonso Ribeiro (il cugino Carlton), uno dei fulcri portanti di tutto lo spettacolo.
Ciò che ci lega indissolubilmente a Il Principe di Bel Air è l’essere uno dei simboli per eccellenza degli anni Novanta, una delle ultime decadi spensierate nelle quali vivere l’adolescenza. La visione di questa sitcom è sufficiente per scatenare tra coloro che sono cresciuti in quel periodo un turbinio di emozioni contrastanti tra loro. Una menzione particolare merita il doppiatore, attore e cantante Edoardo Nevola (autore anche del testo della sigla italiana e voce di Willy) che con la sua voce ha deliziato i pomeriggi di un’intera generazione che ancora oggi la canta a memoria con sentito trasporto. Si stava meglio prima dunque? Molto probabilmente no, ma sicuramente si era più spensierati.