A YULIN SI PALESA L’INUTILITA’ UMANA
V’è una città, nel sud della Cina dove ogni anno per “tradizione” si organizza un importante festival gastronomico che tuttavia a noi occidentali fa’ l’effetto di un violento e barbaro pugno sullo stomaco.
Il festival infatti è incentrato sulla vendita della carne di cane, un business che in Cina consente a migliaia di famiglie di poter sopravvivere in una economia complessa e fortemente competitiva.
Le condizioni degli animali sono terribili, ammassati in piccole gabbie, pungolati con lunghi bastoni, cotti su graticole improvvisate per essere smembrati e venduti agli avventori degli innumerevoli banchetti fieristici di quella che pare essere più un’ecatombe che una festa.
Infinite proteste giungono da ogni parte del mondo affinché questo massacro abbia fine, proteste che tuttavia non hanno sortito ancora il benché minimo effetto sulle politiche cinesi.
D’altronde è quantomai evidente che in questo caso sia necessario riflettere non tanto sui mercificatori asiatici ma sugli indignati occidentali, essi infatti non possono certo dirsi senza “peccato”.
Milioni di animali vengono infatti massacrati ogni anno, maiali, oche, mucche, vitelli, tacchini, polli e chi più ne ha più ne metta.
Un massacro organizzato che nasconde al pubblico la barbarie estrema dei metodi di uccisione e smembramento di queste creature, esseri che sono perfettamente in grado di provare sentimenti e paura e che malgrado ciò noi releghiamo ad un più basso livello nella graduatoria di chi ha o meno diritto a vivere.
L’iniquità è il minimo comune denominatore dell’essere umano, incapace di evolvere e di acquisire un più elevato standard di coscienza, si diletta con altissime vette di conoscenza per poi scadere nell’estrema barbarie e nella violenza, gratuitamente perpetrata verso esseri inermi la cui unica colpa è quella di condividere lo stesso pianeta con una specie maledetta e malvagia a cui i sapienti danno il nome di Homo Sapiens.
Abbiamo intervistato alcune persone prima di scrivere queste righe, tutte si sono dette indignate dei fatti raccapriccianti di Yulin ma nessuno, neppure lontanamente, ha mai preso in considerazione la possibilità di interrompere o ridurre il consumo di carne nella sua dieta quotidiana.
La maggior parte era del tutto inconsapevole dei trattamenti inconcepibili che sono riservati agli animali impropriamente definiti da carne e comunque si arroccava nella sua posizione di poter giudicare chi, a lui del tutto simile ma decisamente meno ipocrita, comprendeva molto bene la posizione di iniquità che ricopre la razza umana.
Una razza che come scrivono i “profeti” nei polverosi ed insani libri “sacri” ha il potere di vita e di morte su tutte le creature della terra, un potere che avremmo potuto usare per tutelare e proteggere e che invece usiamo per annientare e distruggere.
La Vita non ha una scala di valore, esiste o non esiste.
La necessità della nostra specie di scadere nella bramosia di morte e sangue ci rende tutti fratelli, componenti di una laida famiglia, folli e mediocri ipocriti buoni solo ad uccidere, catalogare e denigrare.