FINE DEL QUANTITATIVE EASING, Tria in Cina per vendere il debito: l’inizio della fine.
Nel giorno in cui Salvini passa tra due ali di folla a Viterbo come Cristo a Gerusalemme, possiamo forse cominciare ad interrogarci: che cosa è realmente in grado di fare questo governo dopo le promesse fatte in campagna elettorale?
E soprattutto: dopo aver detto e sostenuto che i nemici del popolo sono i comunisti, perché stanno per andare a vendere il nostro debito proprio ai comunisti?
Oltretutto dopo aver accettato di farsi comprare il debito dalla Banca Centrale Europea attraverso la Banca d’Italia, con il quantitative easing, dopo averla coperta di contumelie con un quotidiano turpiloquio?
Il Governo italiano infatti sa benissimo che a partire da Gennaio non ci sarà più San Mario Draghi a comprare quote del nostro debito pubblico.
Che significa questo? Significa che il debito dovremo andarlo a vendere ad altri paesi o a compatrioti che se lo vedranno remunerare a tassi più elevati di oggi.
Al contrario di quanto sostenuto da qualche deputato pentastellato, remunerare di più un titolo sui mercati finanziari significa che quel titolo è considerato pericoloso ed inaffidabile.
Se un titolo ha un tasso d’interesse elevato è perché c’è la teorica possibilità che quel titolo possa fallire: e al cittadino, quindi, non rimanere nulla in mano, dell’intero investimento fatto.
Al deputato grillino che ha affermato che tassi alti significa far avere un guadagno maggiore a chi investe, bisognerebbe far sapere che in qualunque università del Paese sarebbe stato cacciato a calci nel sedere dall’esame di Economia.
In qualunque, ripeto qualunque, ateneo.
Bisognerebbe spiegare a lui e poi far capire a chi lo ha votato, che concluso il quantitative easing, la Bce non comprerà più i nostri titoli.
E dunque aumentando i tassi d’interesse ( cioè il tasso d’interesse da pagare a chi comprasse i nostri Bot e Btp) aumenterà il costo del danaro, e dunque il costo con cui lo paghiamo allo sportello bancario quando chiediamo un finanziamento per le nostre imprese o per stipulare il mutuo. Soldi che un imprenditore acquista per comprare macchinari o sviluppare la propria impresa.
O che una coppia compra per poter avere una casa nuova.
Il che significa che le imprese italiane potrebbero non avere i soldi per acquistare la liquidità necessaria.
E che la coppia non potrà avere per costruirsi il proprio nido.
Il che a sua volta significa che quella impresa andrà a fallire, facendo perdere posti di lavoro e facendo perdere ricchezza al Paese.
E dunque che la coppia non si sposerà e quindi non farà figli. E senza figli si crea un calo demografico per cui senza nuova forza lavoro, dovremo acquisirla attraverso l’immigrazione.
Perché con una popolazione sempre più anziana avremo più gente in pensione, rispetto alla popolazione attiva che oltretutto non potrà lavorare per intero.
Per questa ragione allora, malgrado da anni Forza Italia e Lega insorgano contro le zecche rosse e i comunisti, in realtà è proprio a loro che stanno andando a battere cassa: e non certo in cambio di nulla.
Ai cinesi e al partito comunista cinese, partito comunista vero, l’Italia chiede l’acquisto del nostro debito.
In cambio evidentemente di quote di partecipazione alle nostre grandi imprese.
Praticamente dopo aver dato del comunista a Renzi e averlo accusato di essere un corrotto, senza che abbia neppure avuto un avviso di garanzia, siamo andati direttamente da Belzebù.
Dai comunisti che fanno lavorare 14 ore al giorno gli operai, che esercitano il dumping, e che sono la generazione figlia della repressione di Piazza Tiennamen.
A loro stiamo affidando il nostro futuro.
E in queste condizioni, a un passo dal baratro, il Governo ha sventolato promesse mirabolanti: via la legge Fornero, si alla Flat tax e al reddito di cittadinanza.
Centocinquanta miliardi di Euro, a garanzia di tutte queste promesse.
Soldi che non ci sono e per cui la ragioneria Centrale dello Stato ha già detto che o si alzano le tasse oppure si taglia la sanità pubblica e la scuola pubblica.
Per cui per mandare i figli a scuola bisognerà pagare, in teoria, rette da due o tremila euro all’anno, o che per avvicinarsi soltanto ad un ospedale ci sarà bisogno di migliaia di euro, anche solo per far togliere le tonsille ai figli o per fare una visita cardiologica.
Stando così le cose, e posto che in tutto questo non abbiamo ancora trattato la condizione salariale dei lavoratori cui abbiamo promesso l’abolizione del Jobs act e dunque il lavoro fisso certo e sicuro, quando il lavoro non siamo in grado di garantirlo avendo spaventato i mercati, stiamo tutto il giorno a parlare dell’immigrazione.
Diciamo allora questo: possiamo continuare a dire che il Governo manterrà le promesse.
Vedremo se lo farà cedendo parte della nostra sovranità direttamente ai comunisti cinesi (ma ci sono anche i russi guidati dall’uomo del Kgb, Putin, che piace tanto ai fascisti di casapound) oppure se aumentando le tasse.
Perché se uno ( l’Italia) nasce quadrato non è che può diventare tondo.
Tanto più se non ha neppure i soldi per un lifting.