I DEEP PURPLE, LE ROCCE DELL’HARD ROCK
I Deep Purple hanno segnato un passaggio importante nello sviluppo e nella diffusione del rock. Stiamo parlando di un gruppo in grado di incidere album leggendari del calibro di In Rock, vero e proprio manifesto dell’ hard rock insieme a Led Zeppelin II dei Led Zeppelin e Paranoid dei Black Sabbath.
La seconda formazione della band, passata alla storia con il nome di Mark II, è quella che è riuscita a scolpire il nome dei Deep Purple nell’Olimpo delle divinità del rock. I dirompenti vocalizzi di Ian Gillian, gli assoli unici e dal potere taumaturgico di Richie Blackmore e l’innarrivabile abilità alla tastiera di Jon Lord sono diventati un vero e proprio marchio di fabbrica del gruppo, in grado di essere fonte di ispirazione per le future generazioni di musicisti.
I Deep Purple, oltre ad ottenere numerosi riconoscimenti nel corso della loro cinquantennale carriera, sono entrati nel Guinnes dei Primati in seguito ad un concerto che tennero al Rainbow Center di Londra durante il quale tre spettatori persero conoscenza in seguito ai 117 dB di potenza sonora raggiunta, decretando così il gruppo come tra il più rumoroso del mondo.
Nel 2017 sono giunti alla pubblicazione del loro ventesimo album in studio intitolato Infinite, inciso con la formazione Mark VIII che vede la maggior parte dei componenti originari ad eccezione della chitarra, ruolo ricoperto da Steve Morse e della tastiera da Don Airey. Il disco viene accompagnato anche da un tour intitolato inFinite: The Long Goodbye Tour e che decreta la fine delle esibizioni live della band inglese.
Non è mai facile abituarsi all’idea che per un gruppo in grado di incidere una tacca fondamentale ed indelebile all’interno dell’universo rock sia arrivato il tempo di dare l’addio alle scene. Rimangono quindi quei brani e quegli album unici, in grado di emozionare da anni generazioni intere di rockers.