SALVINI SCONFITTO DAL REFERENDUM
Questo referendum, in cui l’elettorato ha definito la volontà di modificare le politiche verso modalità meno centraliste rappresenta, secondo molti quotidiani una svolta storica.
Noi ingrati ovviamente non siamo d’accordo, riteniamo che le logiche federaliste, fossero da sempre vive e pulsanti in quelle particolari aree geografiche e che più che non il successo di ieri vadano prese in considerazione le dinamiche che hanno fatto si che a votare siano stati il 57,2% degli aventi diritto in Veneto e solo il 38,25% in Lombardia.
Ovviamente il tutto nasce da logiche di potere e da lotte interne, protagonisti di questa faida sono il felpetta nazionale Matteo Salvini, Luca Zaia, Governatore della regione Veneto e Roberto Maroni, governatore della Lombardia, senza dimenticarsi di Sivio Berlusconi che ha molto scommesso sul successo del referendum stesso.
Cerchiamo dunque di spiegare quali sono le dinamiche di questa sanguinosa guerra che si nutre della sete di potere in seno al centro destra Italiano.
Salvini, sta per trasformare la Lega Nord in Lega dei Popoli, che sarà di fatto una bruttissima copia di Forza Italia con notevoli punti chiave in comune con l’ambiente grillino.
Luca Zaia, Governatore del Veneto, amatissimo dai suoi elettori sia di destra che di sinistra ha un enorme potere elettorale, che lo pone di fatto sopratutto ora dopo il successo del referendum, in grado di minare l’autorità già precaria del segretario felpettato.
Roberto Maroni, pesantemente contestato a causa della sua staticità in consiglio regionale, necessitava di una nuova livrea da indossare in vista delle prossime elezioni al fine di riqualificare la sua immagine politica.
Silvio Berlusconi, Che dire è Silvio.
Scende in piazza, dice due parole, racconta una barzelletta e guadagna il 14% senza colpo ferire, l’indiscusso leader del centrodestra dimostra che l’estenuante campagna politica di Salvini poco serve se non a raccogliere un nugolo di disillusi e di poltronari pronti ad abbandonarlo alla prima cocente sconfitta (che crediamo e speriamo arriverà presto).
La scommessa di Salvini era il fallimento del referendum, ha perso ed ora cerca di arrabattarsi alla meglio facendosi aiutare dal suo fidato esperto di comunicazione (Luca Morisi, che noi ingrati salviamo dalle tenebre solo perché ci da’ molti spunti interessanti e divertenti per i nostri articoli).
L’obiettivo è quello di far convergere attorno alla figura del garrulo incantatore (Matteo Salvini n.d.r.) il maggior numero possibile di sostenitori, da destra, da sinistra, dal centro, fascisti, comunisti, estremisti, pastariani, credenti e non credenti, tutti in adorazione del salvatore nazionale che tutto vede e tutto sa.
Una massa informe di preferenze difficilissima da mantenere, tuttavia con la sua abilità nel dire tutto e niente, saltando da nazionalismo a federalismo a secessionismo nel tempo record di 24 ore confonde a tal punto i suoi potenziali elettori che ormai nessuno capisce quale maschera stia indossando in quel momento.
Come suggerisce un nostro lettore “Si bisticcia da solo quando parla”.
Sappiamo che la lega di Salvini attraverso l’azione di molti militanti ha quasi boicottato il referendum arrivando addirittura a far trapelare il messaggio che era un voto inutile, ed è quindi spiegato il motivo della bassissima affluenza lombarda, in particolare maniera di Milano, città in cui Salvini ha molti sodali.
Dell’utilità del referendum in se non c’è molto da dire, era infatti puramente consultivo e definisce esclusivamente lo scontento della maggioranza degli aventi diritto.
Le materie fiscali e la sicurezza tuttavia non saranno prese in considerazione nel tavolo di trattativa, annullando di fatto ogni speranza di veder attuati i punti tanto cari agli indipendentisti, e rendendo questo referendum non tanto l’inizio di un giusto “new deal” regionale ma un ulteriore punto di attrito tra l’autorità locale e quella centrale.
Una strada pesantemente in salita che a nostro avviso merita però percorrere al fine di non poter essere additati come coloro che avrebbero avuto la possibilità ed invece…
Grazie di esistere. L’analisi della politica e dei “politicanti” non e’ mai stata cosi’ divertente e a tempo stesso cosi’ triste, visto le agghiaccianti verita’ che condividete, da quando vi conosco. Grazie per il vostro servizio e la vostra dedizione.